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Allergia ai pollini: cura e rimedi

Le malattie allergie legate all'inalazione di pollini si manifestano quando un soggetto, il cui sistema immunitario è ipersensibile nei confronti dei pollini stessi (considerati come allergeni), viene in contatto con particelle inalate attraverso il naso, la bocca o penetrate negli occhi. Si tratta di una malattia che interessa milioni di persone, con ripercussioni serie sulla qualità di vita e la capacità lavorativa. 

I pollini vengono rilasciati dalle piante e dagli alberi in alcuni mesi dell'anno (allergie stagionali) o continuamente tutto l'anno (allergie perenni): per questo motivo, nel primo caso i sintomi mostreranno una certa stagionalità e ricorrenza nel corso dell’anno, nel secondo caso saranno sempre presenti. Questo video mostra la presenza "invisibile" di pollini in ogni ambiente di vita quotidiana: 

Esiste un certo grado di familiarità nella propensione di un individuo a diventare allergico,  anche se la permanenza in ambienti ricchi di pollini o l’abbassamento delle difese immunitarie, in seguito a una malattia o a un periodo di debilitazione, possono però contribuire allo sviluppo di allergie in individui non predisposti, senza familiarità. 

I sintomi delle allergie ai pollini 
L'inalazione di pollini in persone allergiche all'interno delle vie aeree è in grado di causare uno spettro variabile di sintomi, da semplici congiuntiviti allergiche e riniti allergiche, fino a veri e proprie attacchi asmatici. La congiuntivite allergica si manifesta con arrossamento degli occhi, senso di bruciore e di prurito, bisogno di grattare gli occhi fino ad arrossarli, lacrimazione anche intensa. La rinite allergica si manifesta con senso di congestione nasale, naso gocciolante, secrezione nasale intensa liquida e trasparente. Oltre a questo spesso si aggiunge mal di testa, senso di forte spossatezza e debolezza. Nei casi più gravi, l'inalazione di pollini provoca tosse continua ed insistente fino ad una vera e propria difficoltà respiratoria, tipica dell'asma. In qualche raro caso, la reazione è tale da indurre uno shock anafilattico. 

Diagnosi
Per la diagnosi di certezza di allergia ai pollini è necessaria un'accurata anamnesi, per risalire alle modalità di esposizione rispetto al tempo di insorgenza dei sintomi, ma anche capire i mesi in cui si è più esposti e quindi la probabile specie di pianta coinvolta; dopodiché il dermatologo o l'allergologo effettuerà dei test cutanei ‘graffiando’ o iniettando in un lembo di pelle estratti di diversi tipi di allergeni, consentono di verificare visivamente la risposta infiammatoria. Una ricerca più accurata può essere eseguita dosando le IgE specifiche nel sangue, ovvero gli anticorpi prodotti in seguito al contatto con l'allergene specifico (polline).

Come trattare l'allergia ai pollini 
In caso di malattie allergiche, la cura migliore è sempre l'allontanamento il più possibile dall'allergene, in questo caso dal polline; questo è possibile parzialmente in quanto non ci si può chiudere in casa per mesi, per questo motivo è consigliabile per lo meno evitare di stare all'aria aperta in luoghi pieni di alberi e piante produttrici dell'allergene in causa e, soprattutto, nei mesi della loro fioritura. Se, ad esempio, si è allergici al polline di ulivo sarà consigliabile evitare le campagne in presenza di questi alberi nei mesi critici, chiudendo le finestre di casa e utilizzando dei particolari filtri dei sistemi di condizionamento per il ricambio dell'aria.

I farmaci da banco come i decongestionanti, gli antistaminici e i corticosteroidi nasali sono farmaci sintomatici che non curano l'allergia ma riducono fortemente i sintomi. Molto utile l'utilizzo di mascherine con filtri dotati di pori molto sottili (ffp2 e ffp3) che, indossate all'aria aperta, evitano l'inalazione del polline e di occhiali da sole per evitare l'ingresso negli occhi. 
In caso di allergie più gravi, i cui sintomi perdurano per periodi di tempo più lunghi e con maggiori effetti, è possibile effettuare una immunoterapia con molteplici iniezioni di allergene diluito a concentrazioni crescenti, in modo che l’organismo si abitui alla sua presenza e riduca la risposta immunitaria che scatena l’allergia.

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