sabato

ARDS (Sindrome da distress respiratorio acuto)

Sindrome ad esordio acuto che si manifesta in corso di diverse patologie polmonari ed extrapolmonari con severa ipossiemia, dispnea, riduzione della compliance polmonare e diffuse atelettasie. E' gravata da un'elevata mortalità (50%). 



Definizione dell’ARDS di Berlino secondo 4 criteri
  1. Tempo di comparsa dei sintomi: entro 1 settimana da un insulto noto o dalla comparsa o peggioramento della sintomatologia respiratoria 
  2. Diagnostica toracica per immagini (Rx, TC): opacità bilaterali (non versamenti), collasso polmonare lobare o completo 
  3. Origine edema polmonare: non da insufficienza cardiaca o sovraccarico idrico; una valutazione obiettiva (ecocardio) per escludere un edema idrostatico in assenza di FR (D e IN)
  4. Livello di ossigenazione con PEEP almeno 5 cmH2O: 
  • P/F tra 200 e 300 (ARDS LIEVE, ex ALI) 
  • P/F tra 100 e 200 = (ARDS MODERATA)
  • P/F < 100 =  (ARDS SEVERA) 


L’edema polmonare è legato all’aumento della permeabilità capillare, con formazione di membrane ialine e accumulo negli alveoli di fluido ricco di proteine e neutrofili. 
I macrofagi alveolari rilasciano citochine infiammatorie, richiamano i neutrofili che producono leucotrieni, proteasi e sostanze ossidanti innescando la risposta immunitaria che porta alla distruzione del surfactante con aumento della tensione superficiale, alla chiusura delle piccole vie aeree con atelettasie a bassi volumi polmonari (espirazione), attivazione della coagulazione, della risposta cellulo-mediata, danno microvascolare. 
Il risultato è l’estensione del danno ad altri organi per traslocazione di batteri e mediatori flogistici nel circolo sistemico: la maggior parte dei pazienti muore per insufficienza multiorgano (MOF)

Fattori di rischio per l'ARDS
Diretti (polmonari): 
  • polmonite
  • inalazione di materiale gastrico
  • contusione polmonare
  • vasculite
  • annegamento 


Indiretti (coinvolgimento secondario del polmone): 
  • sepsi
  • politrauma
  • pancreatite
  • ustione severa
  • shock non cardiogeno
  • overdose di stupefacenti
  • trasfusione massiva


L’ARDS coinvolge il polmone in modo diffuso ma eterogeneo: 
  • Zone declivi consolidate (perché collassate o edematose) che non vengono ventilate
  • Zone ventilate: il VC tende a distribuirsi seguendo la minore resistenza al passaggio dell’aria 
  • Zone intermedie “instabili” che tendono a collassare a fine espirazione e reclutate in inspirazione 
  • Zone iperventilate: sovradistensione.  


Il polmone ARDS forte riduzione della compliance (più rigido) da riduzione del volume areato simile al polmone di un bambino  (“baby lung”). A differenza del polmone sano, per garantire la stessa escursione di volume sarà necessaria una pressione più alta. 

Il VILI (Danno polmonare da ventilazione meccanica) dipende da due meccanismi: 
  • sovradistensione alveolare e bronchiale ad alti volumi e alte pressioni transpolmonari (volutrauma)
  • chiusura e riapertura ciclica di alveoli e piccole vie aeree a bassi volumi telespiratori (atelectrauma). 


Entrambi portano ad uno stress meccanico a carico di alveoli e bronchioli, ne danneggiano l’epitelio, sovradistendono la fragile struttura microvascolare, riducono il surfactante, amplificando il processo infiammatorio (biotrauma). 

Aumentano il danno alte FiO2, alti volumi correnti (>10 ml/Kg) in quanto nelle zone normalmente areate o sovradistese si può arrivare alla rottura delle strutture fibroelastiche. 

Il rischio è alto quando la Pplat>30 mmHg  è la pressione di equilibrio del SR dopo la ridistribuzione del volume erogato, ed è importante per valutare il grado di distensibilità e di stress a cui è sottoposto il polmone in corso di VM (caratteristiche elastiche). 
Questo tranne quando l’elastanza della gabbia toracica è aumentata  es. obesità e ipertensione addominale (pancreatite, ileo, ascite, emoperitoneo): la Pplat sottostima la pressione transpolmonare e l’unica misurazione accurata è registrare la pressione endopleurica tramite la pressione esofagea, che esprime le caratteristiche meccaniche della gabbia toracica (Ptranspolmonare = Pplat – Ppleurica).  

Il paziente ARDS va ventilato: 
  • in modo passivo (sedato e curarizzato)
  • ventilazione protettiva : VC di 6 ml/Kg di peso predetto (altezza dei pazienti)
  • mantenere la Pplat<30 cmH2O


L’uso di alta PEEP e bassi VC consente di ridurre la mortalità e mediatori dell’infiammazione nel polmone e nel circolo, minore danno d’organo e più giorni liberi dalla VM, nonostante “ipercapnia permissiva” protegge dal VILI. Nei casi più gravi è suggerita un’ulteriore riduzione del VC (fino a 4-5 ml/Kg) e Pplat < 28, mentre nei casi meno gravi ci si può spingere fino a 8 ml/Kg, Pplat <30. 

La PEEP compresa tra 6 e il massimo valore consente di tenere la Pplat < o = 28-30 cmH2O: reclutamento di alveoli collassati e ad una distribuzione più omogenea VC su più alveoli, riducendo lo shunt e migliorando l’ipossiemia, riduzione lo spazio morto, migliore eliminazione della CO2, allontanamento dei liquidi in eccesso dagli alveoli. La PEEP può portare a sovradistensione: pazienti poco reclutabili hanno forme localizzate, alta reclutabilità: danno diffuso. 

L’aumento della pressione intratoracica: compromissione emodinamica. La PEEP ottimale è il compromesso ideale tra reclutamento, sovradistensione e compromissione emodinamica. 
La FiO2 più bassa possibile: paO2 tra 55-80 mmHg e una SaO2 di 88-95%. Alte FiO2 prolungate effetti tossici su cellule epiteliali ed endoteliali (radicali liberi). 

Alte frequenze respiratorie: da 20 fino a 30-35 atti/minuto per limitare l’ipercapnia e l’acidosi respiratoria. Poiché l’aumento della FR riduce il tempo espiratorio e può causare intrappolamento (PEEPi), la PEEP totale può arrivare ad essere superiore a quella impostata sul ventilatore. Misurarla “pausa di fine espirazione”, regolare la FR per evitare la comparsa di PEEPi. 

Si può utilizzare la curva pressione-volume: regolare la PEEP al di sopra della pressione al punto di flesso inferiore (inizia il reclutamento) e di regolare il volume corrente in modo che la pressione di plateau resti al di sotto del punto di flesso superiore (inizia sovradistensione). 

Quando è possibile passare in “modalità assistita”, non studi che dimostrino la superiorità di una sulle altre (PSV, la BIPAP Biphasic Positive Airway Pressure o Ventilazione a pressione positiva bifasica, la APRV o Airway Pressure Release Ventilation o Ventilazione a rilascio di pressione). La BIPAP e APRV varianti della pressione controllata, con la differenza di permettere una ventilazione spontanea sovrapposta a cicli controllati. 

Manovre di reclutamento 
Vengono applicate pressioni più alte per tempi più lunghi per riaprire zone atelettasiche e massimizzare la quota di polmone ventilabile, mantenendole poi aperte tramite la PEEP, migliorando la distribuzione del VC e l’ossigenazione. Non c’è una raccomandazione unica sul tipo di manovra, durata e frequenza ottimale: 
  • insufflazione protratta per 30-50 secondi con alto livello di pressione positiva (40-50 cmH2O), 
  • manovra a rampa: aumento progressivo PEEP da 5 a 30 cmH2O durante la ventilazione in pressione controllata, con una pressione di supporto costante di 15-20 cmH2O. 
  • aumento del VC o della PEEP per uno o più cicli al minuto

Ben tollerate nella fase acuta ARDS, efficaci nel reclutare, migliorare l’ossigenazione nelle forme diffuse, fasi precoci di VM (primi 5 giorni) con normale compliance della parete toracica. È consigliabile effettuarle in casi selezionati di ipossiemia refrattaria e atelettasie diffuse, massimi benefici dopo aspirazione tracheale (brusca riduzione di volume) e ventilando con basse PEEP (se già alte PEEP, benefici scarsi). 
Sono meno o per nulla efficaci quando il danno è focale, nelle fasi tardive, bassa compliance toracica, complicanze: sovradistensione, barotrauma (pnx, pneumomediastino), riduzione GC e pressione arteriosa, aumento postcarico VD. 

Strategie aggiuntive 
Nei casi più severi (20-25%), la VM non è sufficiente e si può considerare l’uso di altre metodiche: 
1. posizione prona: ARDS severa P/F<100; atelettasie zone declivi dorsali posizione supina, peso dei visceri addominali cuore e mediastino, le regioni ventrali a rischio di sovradistensione. Poiché la perfusione è maggiore nelle zone dorsali: squilibrio V/P, aumento dello shunt ed ipossiemia. Non esistono raccomandazioni sulla durata (+12 ore/die). 

2. Inalazione di NO: ARDS severa P/F<100 (dopo posizione prona); per via inalatoria, riduzione delle resistenze vascolari polmonari (potente vasodilatatore selettivo) migliorando rapporto V/P, diminuendo l’ipossiemia. In caso di ipertensione polmonare con dilatazione del cuore destro (cuore polmonare acuto). Data la mancata riduzione di mortalità e il rischio di I. renale va riservato a casi refrattari. 

3. Ventilazione oscillatoria ad alta frequenza: erogazione rapida (180-900 cicli/min) di VC 2-4 ml/Kg, migliorare l’ossigenazione, ridurre sovradistensione, il danno e l’infiammazione. La pressione nelle vie aeree è compresa tra 25 e 35 cmH20. Le complicanze non sono rare (es. barotrauma) per cui oggi è sconsigliata di routine, solo casi non rispondono a posizione prona e NO. 

4. ECMO (ExtraCorporeal Membrane Oxygenation): garantisce gli scambi gassosi mettendo a riposo completo il polmone. Il sangue venoso, tramite una cannula in vena cava inferiore e una pompa, viene ossigenato attraverso un ossigenatore a membrana, poi reiniettato nell’AD o nell’aorta. 

5. ECCO2-R (ExtraCorporeal CO2 Removal) rimuovere la CO2, utilizza flussi più bassi dell’ECMO, permette di rimuovere la CO2, i polmoni restano ventilati a basse frequenti (4-10/min) con VC bassi (150-250 ml). 

Cerca nel blog

Translate

Etichette

allergie (12) animali (3) bambini (16) bellezza (15) benessere (21) capelli (10) casa (13) cellulite (4) chirurgia plastica (6) coppia (2) cura corpo (30) dieta (11) erboristeria (5) estate (3) gravidanza (17) lavoro (2) make up (5) medicina (16) pelle (13) Ricette (3) salute (40) sogni (2) sport (6) unghie (7) viaggi (5) vip (2)